Primo allenamento di Colucci: "Non sono qui per vivacchiare"
I mesi di lontananza non hanno cambiato le abitudini di Colucci che si presenta ai giornalisti dopo una lunga doccia. Le sue prime parole sono quasi tutte rivolte al futuro.
Allora, sensazioni dopo il primo allenamento? Che lavoro hai fatto in questi mesi?
"Mi sono sempre allenato ma chiaramente mi mancano le partitelle che sono il lavoro specifico che serve per darti il ritmo. Gli ultimi novanta minuti li ho fatti in estate nell'amichevole col Livorno".
Ti abbiamo visto subito urlare molto in campo.
"Fa parte di te anche se poi c'è chi prende le urla come rimproveri. E' una caratteristica che ho da sempre, c'è chi ha il tiro a giro io ho questa".
Hai seguito la squadra in questi mesi?
"L'ho seguita qualche volta e mi sono sentito con qualche ragazzo della squadra. Per capire le difficoltà però bisogna esserci dentro, da fuori non si capisce, a volte neppure da dentro. Il tempo per reagire c'è ma anche quello per guardarsi alle spalle, non dobbiamo sognare ma essere pratici".
Nelle partite che hai visto comunque che problemi hai notato?
"Non sarebbe corretto parlarne da fuori, come detto bisogna esserci dentro per capire".
Ti sembra di essere sempre stato qua?
"Sono qua ma la famiglia è a Bologna mentre 5 mesi fa era a Cremona e questo non è bello mai, perciò è diverso".
Come è andato il contatto con la società?
"Un paio di giorni fa mi hanno chiamato non c'è stato molto da parlare e ho accettato. Non sono venuto qui per vivacchiare, io metto passione come l'ho sempre messa in ogni squadra e continuerò a mettere amore per la maglia".
Come hai vissuto i mesi senza giocare?
"Stare fermo non è piacevole però mi sono goduto di più la famiglia".
Ora c'è Morfeo. Tu hai giocato con lui a Verona.
"Prima di tutto (lo dice sorridendo, nda) è stato lui a giocare con me a Verona perchè io già c'ero, questo è importante. Se sta bene fa la differenza in campo e anche negli spogliatoi. Ci possiamo risollevare. Ora apro una parentesi sull'anno scorso e sarà l'unica per chiarire come va il calcio: si vince e si perde in trenta, non come l'anno scorso che quando si vinceva, vinceva la Cremonese e quando si perdeva perdevano in due-tre vecchi. Questo è importante. Noi abbiamo subito un torto lo scorso anno, tutti possono sbagliare, gli arbitri come i giocatori, ma a noi è capitato all'ultimo minuto della partita decisiva quando non puoi recuperare... e questo è brutto. Chi ha subito questa delusione avrebbe però dovuto tirare il gruppo avendo qualche motivazione in più ma purtroppo la rabbia o ce l'hai o no, non puoi comprarla in farmacia o all'Esselunga".
In una intervista apparsa sul sito della Cremonese Colucci aggiunge: "La delusione della finale, la decisione di sciogliere il contratto mi hanno fortemente amareggiato e devo ammettere che mi dispiace per come c’eravamo lasciati. Il tempo guarisce le ferite e sentire che la Cremonese aveva bisogno di me, ricevere le tante testimonianze di stima e di affetto che mi sono arrivate in questi mesi, mi ha fatto ripensare al progetto del Presidente Arvedi di cui sento ancora di fare parte. E’ una decisione che ho preso per il bene della Cremonese e di tutti i tifosi grigiorossi, per tutti i miei compagni di spogliatoio insieme ai quali spero di regalare al Presidente tutte quelle soddisfazioni che ancora non ha ottenuto”.
Fonte:Il vascello
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